Virtualità e realtà

Vi domandate mai perchè si associa il termine “virtuale” e “virtualità” al contesto telematico? Si tratta di termini che esistevano già prima, quando la gente non si sognava la comunicazione mediatica di massa…

Virtuale significa semplicemente “che esiste in potenza e non è ancora in atto”, andate a verificare sul dizionario. Al punto 2 del mio vecchiotto Zingarelli c’è scritto “detto di tutto ciò che può avere, ma non ha, realizzazione o manifestazione concreta”.

Non è che una persona che ci scrive da dietro un monitor non sia vera non esista non pensi non provi sentimenti e non voglia condividerli. E’ che semplicemente manca… (mi scuso con le due persone che me l’hanno già letta altrove, questa definizione) la terza dimensione. Quella del tatto, quella dell’olfatto, quella della vista…. la “prova del nove”. Ciò che rende più palpabile una sensazione soltanto perchè la si può toccare con mano invece che con il sogno o il desiderio. Non è sufficiente a dimostrare o confutare un’opinione fattasi con le antenne telematiche, però la integra.

La virtualità non ha manifestazione concreta. Ma può averla. L’importante è non scordarsi mai che oltre tutti quei pixel che formano le parole che inviamo sull’altro monitor c’è una persona che li riceve, immagazzina, interpreta e reagisce di conseguenza. Le reazioni, le interazioni, quelle non sono virtualità. “Manifestazioni concrete”. Quelle siamo noi.

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